Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, a Roma, è vexata quaestio per gli storici. Sebbene si possa affermare che esso avvenne gradualmente, è possibile però, dall’altra parte, annotare due date chiave: la prima è il 313 d.C., quando viene emesso l’Editto di Costantino, col quale si sancisce la libertà di fede. La seconda è il 380 d.C., anno in cui l’imperatore Teodosio rende il cristianesimo religione dell’impero.
Tra le due figure storiche, quella di cui voglio parlare è Costantino, la cui vicenda è entrata a pieno titolo nella mitologia cristiana: è sufficiente pensare all’aneddoto del sogno. Esso è stato immortalato da innumerevoli artisti, nel corso dei secoli, Raffaello compreso, che affrescò l’ultima delle sue celebri Stanze in Vaticano con le storie dell’imperatore. A mio giudizio, tuttavia, la raffigurazione del sogno più significativa è quella di Piero Della Francesca, per il quale mio padre m’ha fatto sviluppare un’autentica venerazione. L’affresco è rivoluzionario e costituisce un esempio superbo dell’innovazione prospettica introdotta dal Della Francesca nella pittura: notare come la conicità della tenda sia così ben definita.
Dov’è il legame con la Gallia, direte voi? Beh, si dà il caso che Costantino s’addormentò e sognò l’angelo proprio da queste parti, in Costa Azzurra, più precisamente in un paesino a pochi km da Saint Tropez chiamato La Croix Valmer. Non serve spiegare che esso deve il nome proprio all’imperatore e alla sua mistica attività onirica. Qui, leggenda vuole, egli s’accampò e preparò i suoi uomini per la storica battaglia di Ponte Milvio, che pose fine a lotte intestine per il controllo dell’impero, concludendosi in favore di Costantino.
Il resto è storia.
