Pillola: concubinage, more uxorio in salsa Versailles

Non serve chiamarsi “la favorita”, men che meno Madame Pompadour, per esser ancor oggi cortigiana, in Francia.
Non serve attenersi all’antica pratica della poligamia per essere ancor oggi concubina, in Francia.
Non serve fasciarsi i piedi fino alla deformazione e vivere nella Città Proibita per essere ancor oggi concubina, in Francia.

Gli antichi Romani, che, come ricordo sempre, hanno conquistato la Gallia (per maggiori informazioni rivolgersi a Goscinny e Uderzo), lo chiamavano concubinatus  (cum = con e cubare = dormire).

Se in Italia lo spaventosissimo negozio giuridico del matrimonio viene accerchiato rifugiandosi nella più rassicurante e meno impegnativa convivenza more uxorio, oltralpe c’è ancora l’istituzione del concubinage. E tanti saluti ai progressistissimi (si dice?) Pacs.

Chi vi scrive, per lo stato francese, è a tutti gli effetti una concubina.
Se ci si deve addossare l’onere, che venga conferito anche l’onore: che concubina si è senza parrucca incipriata, neo finto e corsetto in broccato?

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