Pillola: deliri calcistici, turistici, terroristici

I Latini battuti dai Germani. I Vichinghi che smontano gli Angli e che poi vengono squarciati in quattro dai Galli.

La retorica calcistica mi dà il voltastomaco. Specie quando è associata ad un morbo chiamato turismo. Succede allora che intere famiglie tedesche si vestano con i colori della squadra di calcio nazionale e che se ne vadano a spasso, belli bianchi lattiginosi, provvisti di sandali Birkenstok e calzettoni coordinati, proprio come ogni turista tedesco che sia degno di tale definizione appare nell’immaginario comune. Inoltre, dato che le famiglie teutoniche non danno alla luce meno di tre pargoli a testa, ne risulta che tante piccole nazionali di calcetto tedesco arrancano sotto il sole del sud della Francia, uno sforzo ginnico encomiabile, intenti a raggiungere le cime dei colli che danno sul mare, in bicicletta o a piedi come un vero scalatore himalayano.

A ciò si aggiunga l’ansia collettiva da attentato terroristico.

Per consolarmi mi ripeto che finirà in pochi giorni.

L’europeo di calcio, non la piaga del turismo.

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