Chi l’ha visto versione 14 luglio

Buongiorno e buon 14 luglio!
Poco più di un mese fa l’Italia ha commemorato la vittoria repubblicana al referendum 1946, oggi la Francia ricorda il fatto emblema della sua rivoluzione: la presa della Bastiglia.

Oramai il famigerato edificio non esiste più, anche se il nome della piazza nata sulle sue rovine ne mantiene vivo il ricordo, così come il teatro sperimentale Opéra Bastille, dall’architettura moderna e dal programma sempre nutrito e interessante, qui il sito.

Spesso il significato simbolico e ideologico annidato dietro la presa della Bastiglia ha oscurato i fatti nudi e crudi, la realtà così come è accaduta, facendo sì che gli aspetti leggendari fossero messi in risalto dalle nebbie del tempo e dalla storiografia.
Oggi De amore gallico vi parlerà dei prigionieri che furono liberati in quel raid cittadino e che furono i protagonisti inconsapevoli di un evento storico cruciale.
Se ci si aspetta di leggere di centinaia di prigionieri politici vittime dell’assolutismo monarchico si resterà delusi: in realtà i cittadini insorti trovarono sette persone, nessuna delle quali aveva nulla  a che fare coi fermenti rivoluzionari che squassavano la Francia al tempo. Inoltre, se si pensa che la Bastiglia fosse un luogo orribile, in cui venivano praticate torture di ogni sorta, si badi a cambiare idea: i prigionieri avevano il diritto di arredare le celle a loro piacimento in quanto non erano “ospiti” qualunque, ma detenuti speciali, il cui arresto e imprigionamento venivano effettuati con somma discrezione tramite lettres de cachet firmate dal re in persona, il tutto al fine di evitare scandali.
Il mattino del 14 luglio 1789 la Bastiglia nei suoi registri contava quattro falsari, due folli che erano stati parcheggiati là dentro invece di metterli al manicomio (uno di essi, un nobile irlandese, credeva di essere Gaio Giulio Cesare, l’altro aveva tentato l’assassinio del re Luigi XV) e un prigioniero che nei documenti viene accusato di libertinaggio. In realtà suo padre ce lo aveva fatto rinchiudere perché si era macchiato di incesto, ma non ci sono notizie più precise in proposito. Il padre del libertino, dunque, se lo vide recapitare a casa dopo i fatti del 14 luglio con la richiesta di occuparsene lui stesso: rispedito al mittente senza tante cerimonie.
Su Wikipedia si trova la lista dei nomi dei sette:

  1. Jean Bechade, nato nel 1758, falsario;
  2. Jean de La Correge, nato a Martaillac nel 1746, falsario;
  3. Bernard Laroche de Beausablon, nato a Terraube en Guienne nel 1769, falsario;
  4. Jean-Antoine Pujade, nato a Meilhan nel 1761, falsario;
  5. Jacques-François-Xavier de Whyte, Conte de Malleville, nato a Dublino nel 1730 e che pensava di essere Giulio Cesare;
  6. Claude-Auguste Tavernier, nato a Parigi il 29 dicembre 1725, che aveva attentato alla vita del re Luigi XV;
  7. Charles-Joseph-Paulin-Hubert de Carmaux, Conte de Solages, nato a Tolosa il 18 dicembre 1746, morto ad Albi il 9 ottobre 1824, il presunto libertino macchiatosi di incesto.
Hubert_-_La_Bastille
La Bastiglia dipinta da Hubert

Piccola curiosità di cui ho parlato in precedenza in un articolo sui misteri del XVIII secolo: il Marchese De Sade era stato ospite della Bastiglia fino a pochi giorni prima della sua presa. Venne trasferito per aver urlato dalla finestra della sua cella:

Aiuto! Qui stanno ammazzando i prigionieri!

Che ne fu dell’edificio simbolo della rivoluzione? Fu smontato con criterio ed efficienza dal cittadino Pierre François Palloy. Avendo vinto l’appalto per la decostruzione della prigione, mise su un vero e proprio business basato sui souvenir della rivoluzione, una cosa molto simile a quello che è accaduto col muro di Berlino o con le reliquie della croce di Gesù.
Molti materiali furono riciclati per altre opere edilizie e una delle sue chiavi fu inviata come regalo a George Washington che, dall’altra parte dell’Atlantico, aveva ricevuto un grande sostegno durante la rivoluzione americana da parte del marchese di La Fayette. Fu proprio il marchese a spedire il simbolico dono negli Stati Uniti.
Palloy lasciò uno spazio grande e adatto alle adunate cittadine della nuova Parigi, liberata dal giogo monarchico, pronta per l’esperimento del Direttorio, del tutto impreparata al periodo del terrore che di lì a poco sarebbe cominciato.
Il Palloy poi fu accusato di corruzione e, dopo alterne vicende, morì folle nel 1835.

Di tutto questo ci restano la storia e le leggende, nonché una connotazione simbolica così importante da essere diventata parte della cultura pop: la rivoluzione costituisce infatti materiale per un manga e un anime giapponesi conosciutissimi da molte generazioni, Lady Oscar.
Ghigliottina e wasabi per tutti!

Per approfondire: http://www.storico.org/seicento_eta_lumi/bastiglia.html e anche  http://cultura.biografieonline.it/la-presa-della-bastiglia/

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