Le bocce sono un gioco comunemente associato all’età della pensione, al sesso maschile, ai pomeriggi passati al circolo del paese e ai bei giorni estivi.
In Italia.
Già, perché in Francia, invece, la pétanque è un’istituzione sociale, specialmente qui nel sud, dove abito io. Non è solo per signori pensionati che passano il meriggiar pallido e assorto a bere aperitivi all’anice e a leggere il giornale seduti al circolo del paese. Qui le città sono equipaggiate di veri e propri campi da bocce regolamentari nei punti nevralgici del loro impianto urbano: sulla piazza davanti al municipio, accanto alla chiesa, al parco, davanti al porto, laddove la movida notturna raggiunge il suo acme. C’è perfino gente che, avendone la possibilità e lo spazio, si costruisce un campetto privato nel giardino di casa.
Bambini e bambine vengono iniziati alla pétanque sin dalla più tenera età. Adulti disputano competizioni agguerrite e all’ultimo sangue. Adolescenti di ambo i sessi, che magari da noi in Italia passerebbero la domenica pomeriggio sul campo di calcio o al cinema, qui lanciano pigramente palle di acciaio temperato con precisione impressionante, trascorrendo così le ore assolate, misurando le distanze tra boules e cochonnet (il boccino è chiamato maialino, in Francia), segnando i punti sul tabellone e baciando una figurina che normalmente è affissa accanto ad ogni campo di pétanque che si rispetti: la figurina di Fanny. Questa Fanny (incisa, disegnata, poco importa) è una ragazzotta che si tira in su la gonna, rimanendo a chiappe all’aria e offrendo ai giocatori di pétanque siffatta abbondanza, che deve essere omaggiata con un bacio dalla squadra perdente. Per maggiori informazioni date un’occhiata qui.
La pétanque è la variante provenzale del gioco delle bocce. Pare che sia stata inventata da due fratelli, Ernest e Joseph Pitot, per permettere ad un loro amico affetto da reumatismi di continuare a giocare alle bocce. In che modo questo sport sia più abbordabile per chi soffre di dolori simili, io non ne ho alcuna idea, ma va detto che gli anziani ne sono entusiasti.

I giocatori professionisti e gli appassionati si stanno mobilitando in massa perché le bocce siano riconosciute come disciplina sportiva olimpionica e vengano incluse alle Olimpiadi del 2024. Al seguente link trovate la pagina web di questa iniziativa. Volete partecipare e dare il vostro contributo alla causa?
E poi c’è il giovane campione italiano, Diego Rizzi, di cui seguiamo, spaventati, gli exploit in tv e che ci fa tremare e incazzarci perché potrebbe farci baciare le chiappe di Fanny durante i prossimi mondiali che si svolgeranno a Madagascar in dicembre. Brividi. 😉
Alex
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