Sembra che, mai come quest’estate, il fenicottero sia di moda. Dappertutto si vedono accessori, vestiti e gadget che raffigurano il roseo volatile.
In inglese si chiama flamingo, in francese flamant rose. La cosa bizzarra è che, secondo l’ Online Etymology Dictionary, l’inglese sembra aver preso in prestito il termine dal portoghese e dallo spagnolo, che a loro volta lo hanno importato dal dialetto provenzale, che con la parola flamanc indica i rosei uccelli che popolano le terre acquitrinose della Camargue.
Nel provenzale si è fuso il termine latino flamma col suffisso germanico –enc (ovvero “appartenente”). La fiamma definisce il colore del piumaggio di questo bel volatile ghiotto di gamberi. D’altra parte “fenicottero” deriva dal greco “phoinikopteros” ovvero “dalle ali color della porpora”.
Ma che c’entrano i fenicotteri col flamenco, il passionale ballo iberico?
Le teorie in merito sono infinite. Pare che la parola, in questo caso, debba la sua origine al popolo fiammingo. Non dimentichiamo che la Spagna ha dominato per tanto tempo una parte di Paesi Bassi che nei volumi di storia sono chiamati appunto “Paesi Bassi Spagnoli”. A Madrid i fiamminghi avevano nomea di essere gentaccia dal carattere tremendo, e forse è questo il motivo per cui una danza così focosa è associata alle Fiandre. O magari, più semplicemente, è tutta colpa dei fumi dell’olio di papavero, usato per la tecnica pittorica di cui furono gli inventori…
A me, tutto sommato, piace pensare che il flamenco si chiami così perché le mosse prendono ispirazione dai fenicotteri, che se ne stanno spesso su una zampa sola e battono il becco per acchiappare i gustosi gamberi di cui la loro dieta è principalmente composta.
Che incredibili girandole linguistiche che escono fuori da una buffa moda estiva!
Semplicemente Ole’!!!! Bellissima scoperta,la curiosità è rosa
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