Qualsiasi rital che si sia trovato ad un evento sociale abbastanza alcolico e circondato da francesi allegri, è incappato nelle seguenti conversazioni:
Francese: “Sei italiano/a! Che bello! Adoro l’Italia, sono stato a Ventimiglia e cavoli se costano poco le sigarette, da voi!”
Italiano/a: “Eh, già, che ci vuoi fare, la vita costa un po’ di meno rispetto alla Francia…”
O ancora:
Francese: “Sei italiano/a! Troppo bello, anche io, lo sai, ho origini italiane?”
Italiano/a: “Davvero? E di dove?”
Francese: “Beh, non mi ricordo esattamente il nome, ma il bis-bis-bisnonno veniva da qualche parte vicino… Bologna, mi pare… no credo Venezia…”
Oppure:
Francese: “E così sei italiano/a? Certo che da voi il mangiare è buonissimo, ma, mi dispiace, sul vino siamo più forti noi francesi.”
O ancora:
Francese: “Italiano/a! Proprio ieri ho rivisto “Il padrino”! Mafia! Ahahah! Troppo bello, mafia, donne e spaghetti!”
Italiano/a: “Mh, sì, dillo alla vedova Borsellino e alle famiglie della scorta dei magistrati. Vogliamo parlare del sacco di Palermo? E del racket dei rifiuti tossici?”
Francese: “No, ma quello è Gomorrà! Bello il film, ho visto pure la serie!”
Italiano/a: “No, quella è la realtà.”
Ho riassunto un pochino, ma capita più spesso di quanto si pensi.
Il trionfo dell’imbarazzo e dei luoghi comuni avviene alle feste, quando vorresti conoscere gente e fare nuove amicizie, ma resti comunque “l’italiano/a” e l’unico argomento di conversazione, con te, restano le tue origini.