Sono tornata per una vacanza natalizia in Italia. Le feste si avvicinano e arriva la passerella di vigilia, Natale, Santo Stefano, Capodanno ed Epifania. Trovare la giusta mise è un arduo compito a cui ho iniziato a pensare da giorni. A casa ho il manuale di Ines De La Fressange e nei preferiti del mio browser ho salvato una pagina in cui ci sono schematizzate le regole d’oro di Coco Chanel e di altri grandi della haute couture francese.
Cerco di tenere bene impresso nella mente tutto quello che leggo su come avere quella classe à la parisienne, quella nonchalance della parigina che riesce ad essere elegante senza mai dar a vedere di provarci troppo.
Poi però mi fermo davanti ad una vetrina e mi dico che in Francia non hanno da gestire tutti i pasti festivi che abbiamo noi in Italia, perché oltralpe Santo Stefano non è una ricorrenza sentita e in Italia tendiamo a fare pranzi lunghissimi con infinite e abbondantissime portate.
Le parigine fanno tutto senza sforzo, sì, ma perché non si devono sforzare per niente! Non devono trovare il vestito giusto che stia bene prima e dopo un pantagruelico e tarraresco pranzo di Natale all’italiana, quando il ventre può raggiungere le dimensioni di un cucciolo di elefante.
Ah, le parigine… che classe!
Ah, le italiane… che pranzi!
Ahahahah,adoro uno scritto ben riuscito
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