Quando ero piccola e guardavo le videocassette di Disney cantavo le canzoni con i personaggi, come qualunque altro bambino o bambina della mia generazione, credo.
Ne “La bella e la bestia” la prima melodia inizia con Belle che gorgheggia in solitudine uscendo di casa per andare al villaggio. Appena entra in paese eccolo che parte:
– Bonjour!
– BoNJoUr!
– BOJOUR!
– bonjour
– Bonjouuuur!
– Ecco il fornaio con il suo vassoio… lo stesso pane venderàààà!
-Bonjour!
– È dal giorno che arrivai che non è cambiato mai…
e via dicendo.
Da piccola credevo che tutti quei “Bonjour” fossero una fantasia, un’invenzione disneyana per fare una bella canzone allegra.
Dopo tre anni in Francia mi sento di dire che in realtà in quella canzoncina di cartone animato c’è un condensato sociologico, uno studio sui mores gallici quanto mai accurato e autorevole.
Perché in Francia tutti dicono “Bonjour!” a tutti, ovunque, sempre. Anche di notte.
È la famosa politesse à la française e, se inizialmente – o anche dopo tanto tempo – può sembrare bizzarro e ridondante, vien da dire che è una norma di civiltà a cui potremmo ispirarci un po’ di più, noialtri.
Bonjour!
Se non dici bonjour a un francese, lui ti risponderà con un bonjour sonoro, detto con un tono irritato, distaccando bene le due sillabe per farti notare che non hai detto bonjour e che per lui fai parte della feccia dell’umanità. 😉
Bonjour Maria Costanza!
Alex
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Hai ragione, è proprio così. Il bonour è sacrosanto!
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Bellissimo insegnamento . Bravissima
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