La scuola in Francia è molto diversa da quella italiana. I francesi si diplomano un anno prima rispetto a noi, c’est a dire che per prepararsi al bac devono studiare “solo” per dodici anni, mentre noi in Italia abbiamo tredici primavere sopra i libri per giungere all’esame di maturità.
La scuola elementare dura cinque anni, come qui da noi, ma per quanto riguarda il collège, cioè la scuola media, esso è di ben quattro anni. Il lycée d’altra parte è l’ultimo stadio prima dell’esame, ed è composto di soli tre anni scolastici.
Quando ho scoperto tutto questo sono rimasta di stucco. Diplomarsi un anno prima? C’est bizarre!
Ma non è la sola differenza, poiché perfino il materiale di cartoleria ha delle differenze con il nostro: non ci sono quaderni con le righe, ma cahiers à petits ou grands carreaux. Per farla breve, le materie scientifiche vanno studiate sui quaderni a quadrati piccoli, ovvero quelli a 5 mm, le materie umanistiche invece sui quadrati grandi, che son fogli quadrettati in modo molto particolare. In Italia non ne ho mai visti. Eccone una foto:
Le classi della scuola elementare si suddividono come segue:
CP (cours préparatoire), CE1 (cours élementaire 1re année), CE2 (cours élémentaire 2e année), CM1 (cours moyen 1re année), CM2 (cours moyen 2e année).
I bambini normalmente vanno a scuola alle nove, fanno lezione e poi vanno alla cantine, ovvero la mensa, dove consumano il pranzo. Tornano in classe per le lezioni del pomeriggio e, in linea di massima, sono liberi verso le 17.00. Non portano né l’uniforme né il grembiulino a quadretti.
Il mercoledì, che da sempre in Francia è considerato “le jour des enfants”, una volta era giornata libera: non si andava a scuola e i bambini potevano dedicarsi ad altre attività o ad aiutare in casa la famiglia, specie se abitavano in una zona rurale dove le mani per lavorare non erano mai abbastanza. Al giorno d’oggi di mercoledì gli scolari hanno solo il pomeriggio libero e possono andare a praticare uno sport o a farsi tormentare dal temutissimo dentista.
Dopo il ciclo elementare, comincia il compte à rebours, un conto alla rovescia: la prima media equivale alla classe sixième, la seconda media alla cinquième e la terza alla quatrième.
Se in Italia dopo l’esame di terza media si deve scegliere che cosa studiare nello specifico per i prossimi cinque anni e verso quali materie indirizzare il proprio orientamento, in Francia questo non avviene. Infatti i collegiali fanno anche una “quarta media”, nell’anno della loro troixième. Al liceo poi si continua con la seconde, première e si finisce con l’ultimo anno, quello del diploma, il terminale.
Anche le vacanze sono diverse: l’anno inizia verso i primi di Settembre. Ci sono poi le vacanze di Ognissanti che occupano la fine di Ottobre e l’inizio di Novembre: due settimane di riposo! Dopodiché si torna a scuola per frequentarla ogni giorno fino alla pausa natalizia tra Dicembre e Gennaio. In Francia l’Epifania non è una festa molto importante e spesso la rentrée avviene il 4 o il 5 Gennaio. A Febbraio i ragazzi hanno altre due settimane libere, per andare a sciare con la famiglia. Seguono le vacanze pasquali ed infine quelle estive a inizio Luglio. Una bella differenza col nostro calendario!
Certo, non ho figli, e tutte queste notizie le ho apprese mano a mano, ascoltando il mio compagno parlare dei suoi ricordi, o i suoi cugini e cugine discutere delle loro varie vicissitudini scolastiche. Per quanto riguarda la mia conoscenza della scuola italiana, ovviamente risale all’attualità di dieci anni fa, quando mi diplomai al liceo. Potrebbe esser cambiata tantissimo senza che ne sia al corrente, e magari assomigliare molto di più alla scuola francese di quanto io non immagini.
Ad ogni modo, da italiana residente in Francia, ammetto che è complesso entrare nel modus francese di concepire il tempo scolastico. Essendo la suddivisione scolastica dell’anno qualcosa che ci appartiene sin dall’infanzia, riuscire ad assorbire una maniera altra di scandire il tempo dei bambini e di concepire il loro sviluppo culturale ed umano è quasi impossibile, o comunque mai automatico.
Per quanto mi riguarda, ammetto di non essere pronta a piegarmi alla façon française. A me le vacanze estive piacciono belle lunghe così come le abbiamo noi: giungo, luglio, agosto e metà settembre di libertà pura e insostituibile, un tempo di spensieratezza e di nebulosa felicità che costituisce la trama di alcuni dei miei più bei ricordi d’infanzia.
I quaderni a quadrati grandi servono per la scrittura corsiva dove le lettere b, l, f, h, sono più alte (3 interlinee) delle lettere d, t (due interlinee); l’asta della lettera p deve fare due interlinee nonché gli occhielli delle lettere g, j, y, z. F deve aver un occhiello ascendente di tre interlinee e un occhiello discendente di due interlinee. Tutte le altre lettere non devono superare un interlinea….
Ma cosa fanno i genitori italiani che lavorano con bambini che hanno quasi quattro mesi di vacanze?
Buongiorno Maria Costanza,
Alex
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In Italia abbiamo delle persone che sono alla base della nostra società e della struttura familiare tipica: i nonni.
So che il protrarsi dell’età attiva e del ritrarsi della pensione sta osteggiando la nascita di una nuova generazione di nonni, ma ho notato che questo ruolo familiare è molto più importante in Italia che in Francia. Io sono sempre stata molto legata ai miei nonni e spesso ho notato lo stesso intenso rapporto nelle famiglie dei miei amici, compagni di scuola e di università. Non posso dire la stessa cosa per le mie conoscenze francesi.
Inoltre, e questo sicuramente è un argomento a supporto della mia “tesi” estremamente italiano e di stampo cattolico, nei paesi più piccoli dove le parrocchie sono ancora parte integrante del tessuto sociale cittadino, esse svolgono un ruolo molto importante nel processo di socializzazione dei giovani: oratorio, scouts, ACR… spesso organizzano campi scuola estivi, centri di ritrovo e di ricreazione che durano per tante settimane nel periodo estivo.
Questo è quanto posso risponderti per la mia esperienza personale su che cosa fare nei mesi estivi: nonni, mare (perché son cresciuta sulla costa adriatica), oratorio parrocchiale, campi scuola, giornate in bici al parco del mio paese.
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