L’autunno è arrivato, Persefone è tornata negli Inferi da Ade e Demetra, sua madre, sente già la nostalgia della figlia.
Autunno… la stagione che più di tutte ci mette davanti allo specchio a fare i conti con noi stessi, con la nostra interiorità, con le profondità insondabili del cuore. L’autunno, ancor più che l’inverno, è davvero il momento dell’introspezione.
Le foglie si tingono di cromo, di scarlatto, cadono e marciscono ai piedi degli alberi, sono scalzate dai grugni dei cinghiali alla ricerca di ghiotte ghiande e bacche succose. Le giornate, più brevi, lasciano il palcoscenico alle tenebre. Esse diventano protagoniste siderali e ctonie, scendono dal cielo e salgono dal sottosuolo, ci avvolgono, ci coprono, ci proteggono.
Questo è il tempo dei primi fuochi accesi, dei fichi tardivi, delle prime zucche arrostite. Questo è il tempo della vendemmia.
Una curiosità: in francese ‘vendemmia’ si dice ‘vendenge‘, di chiara derivazione latina. Nell’anglo-francese antico, una lingua nata dalle interazioni tra i due idiomi a metà del XIV secolo, ha prodotto il termine ‘vintage‘.
Quindi, se per affrontare questa pioggia incessante vi infilate l’impermeabile vintage alla Humphrey Bogart, vi state mettendo un indumento… d’annata!
Buon raccolto a tutti, a chi vendemmia, a chi raccoglie foglie 🍁, a chi raccoglie con il grugno bacche succose.
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W i cinghiali
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