Dato che il confinement permette di andare a far visita ai cimiteri e che perciò mi lascia libera di dedicarmi ad una delle mie grandi passioni, ho approfittato per visitare un po’ di camposanti della zona in cui non ero ancora stata e scattare delle foto a tombe antiche, interessanti, misteriose.
Ho il piacere, dunque, di condividerle con i lettori di De amore gallico. Spero che questa galleria di immagini delle mie flâneries cimiteriali vi faccia viaggiare…


In queste due foto, scattate al cimitero di Ramatuelle, si notano le tipiche corone floreali di ceramica, una tradizione tutta francese.

Ogni cimitero che si rispetti ha il suo guardiano a quattro zampe. Anche quello di Ramatuelle.

Il tempo che passa si fa vedere al cimitero di Gassin.
Simboli che parlano del mestiere della famiglia sepolta sotto questo monumento, cimitero di Gassin.
Cognomi particolari, tombe ‘scadute’, tombe di bambini… al cimitero di Gassin ho trovato davvero tante cose interessanti.

Perfino un micio che assomiglia al disegno di Simba fatto da Rafiki ne ‘Il re leone’.

Una fine commovente…
A Grimaud c’è un mulino che domina il paesaggio dietro il cimitero. Tombe senza nome ma ricoperte di vegetazione lussureggiante, sepolcri nascosti nell’angolo più lontano e discreto…

Sepolcri di notevole solennità…

Il guardiano del cimitero di Cogolin è stato disturbato da una paparazza cimiteriale…

Un’interessante discrepanza ortografica che fa domandare… ma c’entra niente il poeta Arthur Rimbaud col villaggio di Cogolin?
Statue che sembrano viventi, epigrafi cancellate di proposito (quale mistero!) come per attuare una damnatio memoriae, sepolcri abbandonati da tempo a Cogolin.

Per concludere con una tomba solenne di un’illustre famiglia di medici e sindaci.
A presto, sempre su De amore gallico, con podcast, articoli, foto e storie interessanti.
I tuoi scatti di questi sepolcri abbandonati fanno pensare a un bellissimo verso di Baudelaire: Et dormir dans l’oubli comme un requin dans l’onde. 😉
Bonsoir Maria Costanza,
Alex
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Aveva ragione il Foscolo, nel dire che i cimiteri e i cipressi con essi,sono musei a cielo aperto. Grazie di questo bel reportage fotografico
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Complimenti per i tuoi scatti,
anch’io da autodidatta ne ho fatti molti quest’anno a Parigi, al cimitero monumentale di Pere Lachaise: molto suggestive le figure in pietra che vegliano la persona ormai morta o i volti solenni di certi angeli che coronano le lapidi.
Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente sono state le corone di viole pansè di ceramica.
A questo riguardo ho una richiesta da farti: se vuoi possiamo sentirci in privato.
GRAZIE
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