Maitresses illustri: la storia delle amanti dei re di Francia – parte 1

Fare un compendio esaustivo di tutte le donne che nei secoli si sono fregiate del titolo di ‘favorita del re’ sarebbe un obiettivo troppo ambizioso per un semplice articolo di blog dalle umili aspirazioni.

Nondimeno possiamo dare una sbirciata alle reali alcove ‘più famose e illustri’ ponendoci come punto di partenza un’epoca, o un re in particolare. Nel nostro caso ritengo sia adatto scegliere di iniziare con Carlo VII il Ben-servito, colui la cui vita si intrecciò a quella dell’eroina nazionale di Francia, Giovanna d’Arco. L’amante più famosa di Carlo VII si chiamava Agnès Sorel.

Siamo nel XV secolo. Alla corte di Francia, in quel tempo, le concubine reali avevano uno statuto ufficioso, nascosto nell’ombra: non dovevano, insomma, vivere sotto i riflettori della società. Questa cosa cambiò proprio con Agnès Sorel, la quale iniziò la sua scalata sociale dalla città di Compiègne per diventare maîtresse-en-titre du roi.

Nata da una famiglia della piccola nobiltà, ricevette un’accurata educazione; questo, insieme alla sua folgorante bellezza, la portò a diventare dama di compagnia di Isabella di Lorena, consorte del re di Napoli. Ma Agnès non era destinata a rimanere una dama al servizio di una regina di secondo rango. Le sue grazie fisiche, infatti, fecero sì che il re di Francia ne rimanesse completamente abbacinato. Ecco allora che, nel 1444, Agnès divenne dama di compagnia della regina di Francia, Maria d’Angiò. Questa posizione era in realtà una scusa perché la bella piccarda potesse vivere a corte e diventare la favorita ufficiale del sovrano. E lei, donna di grande ambizione, approfittò fino in fondo delle possibilità offerte da una situazione simile.

Agnès era intelligente, colta e bella. Secoli prima di Maria Antonietta, conosciuta da tutti come trend-setter ante litteram, madame Sorel influenzò la moda del regno di Francia, portando opulenti abiti dagli scolli molto profondi, che mettevano in risalto il suo seno. Il décolleté di Agnès Sorel pare abbia sortito due reazioni contrastanti, al tempo. Come spesso accade, infatti, da una parte i più duri censori la condannarono per l’impudicizia che dimostrava così vestendosi, dall’altra, però, le procurò una serie di ‘ammiratori’, e molti di essi erano artisti. Furono così impressionati dalla foggia ostentativa dei suoi abiti che, ad esempio, il pittore Jean Fouquet la ritrasse come Madonna Lactans.

Madame Sorel sfruttò al meglio l’ascendente che esercitava sul sovrano, tanto che in molti la chiamarono la reine sans couronne, alludendo al potere effettivo che la dama aveva concentrato nelle proprie mani. Negli anni si fece fare ricchi doni in gioielli ( pare che abbia ricevuto in dono il primo diamante tagliato di cui si abbia notizia, quando ancora era in vigore la legge secondo cui solo i re di Francia potevano indossare diamanti) e in tenute terriere, che ‘ricambiò’ dando al sovrano figlie femmine. Purtroppo, poco dopo aver dato alla luce la quartogenita, Agnès Sorel morì a soli ventotto anni di una cosiddetta ‘febbre puerperale’. In molti paventarono un avvelenamento da parte del Delfino di Francia, il quale riteneva la Sorel una cospiratrice e una malvagia tessitrice di trame ai danni della propria madre, la regina Maria, oppure da parte della cugina Antoinette, che successivamente rimpiazzò Agnès nel letto e nel cuore di Carlo VII. In realtà sembra che, dopo un attento esame della salma avvenuto nel 2004, Agnès Sorel sia morta per un eccessiva ingestione di mercurio, metallo usato al tempo come purgante.

Saltiamo i secoli ed arriviamo al re Francesco I di cui sono note due amanti: Françoise de Foix e Anne de Pisseleu d’Heill . Quella ad interessarci maggiormente è la seconda, che ebbe una notevole influenza sul sovrano. Era stata dama d’onore della di lui madre, Luisa di Savoia, e aveva solo diciotto anni quando Francesco I la elesse sua concubina ufficiale. Fu una donna di gran peso nelle scelte politiche del sovrano. Pare che sia da imputare nientemeno che a lei il motivo del cambio di politica adottato da Francesco I nei confronti di Carlo V, col quale il re di Francia aveva avuto una ‘scaramuccia’ (non andremo nel dettaglio circa questa faccenda). Questa sua attività politica condotta da dietro le quinte fu uno dei motivi della sua disgrazia. Infatti, morto Francesco I, Anne de Pisseleu fu abbandonata da quanti a corte si erano detti suoi amici e si vide messa da parte con l’arrivo del nuovo re, il figlio di Francesco I, Enrico II di Valois

Ed è con questo nuovo re che conosciamo la terza amante reale di questo nostro viaggio nella storia. Stiamo parlando nientemeno che di Diana di Poitiers, la favorita di Enrico II e arcinemica di Caterina de’ Medici.

Nata a Saint Vallier, andò in sposa giovanissima, a soli quindici anni, al conte di Maleuvrier, nipote (!) di Carlo VII e Agnès Sorel. Rimase vedova abbastanza presto e divenne la favorita di Enrico II quando questi era ‘solo’ il duca di Orléans e non era ancora sposato. Diane aveva una figurina snella e atletica, era colta, conosceva il latino, il greco, l’etichetta e sapeva conversare in maniera eccellente. Sembra che fu lei a suggerire Caterina de’ Medici come possibile sposa al suo amante.

Non appena il duca di Orléans divenne re col nome di Enrico II, Diana di Poitiers fece il suo ingresso trionfale a corte, sentendosi subito a suo agio e prendendo decisioni nette: intentò un processo contro Anne de Pisseleu d’Heilly per aver minato la politica di Francesco I e la fece esiliare. C’era una nuova favorita ufficiale, a corte, che fosse chiaro a tutti! Caterina de’ Medici, ironicamente imparentata alla lontana con Diana, malgrado la sequela infinita di eredi forniti al marito, soffrì sempre per il posto che questa bellezza francese occupava nel cuore del marito.

Diana di Poitiers, probabile modelle per questo dipinto di Clouet

Sulla forma del seno di Diana di Poitiers, si dice, fu modellata la misura della coppa di champagne. Leggenda o verità, è un fatto che è stato tramandato e ancora oggi molto conosciuto. Durante i suoi anni come favorita, fece costruire quella meraviglia che è il Castello di Chenonceaux, a cavallo sull’acqua, ricevette in dono dal re alcuni gioielli della corona che in precedenza erano stati dati ad Anne de Pisseleu, e si vide conferiti perfino il ducato di Valentinois e quello di Etampes. Quest’ultimo vale la pena menzionarlo perché era precedentemente appartenuto alla de Pisseleu. Insomma, Diana fece piazza pulita di tutto quello che era stato dell’amante ufficiale di Francesco I e mise in chiaro che ora era lei la donna più importante di corte.

Non aveva però fatto i conti con il destino: Enrico II morì durante una giostra in onore delle nozze di sua figlia Elisabetta. Da quel momento in poi, malgrado il numero di eredi maschi da lui lasciati, il vero potere cadde nelle mani della vedova, successivamente soprannominata la Regina Nera.

Strano a dirsi, dopo tanti anni di umiliazioni, Caterina non si vendicò. Le fece restituire tutti i gioielli ricevuti in dono, le fece dare alla corona il castello di Chenonaceaux in cambio di quello di Chaumont e fu semplicemente invitata a lasciare la corte, senza processi né angherie.

Diana, nonostante la presenza di una moglie regina e di molte altre amanti dalle quali il re ebbe vari figli illegittimi, fu la compagna di una vita intera per Enrico II. Non ebbero mai eredi loro, ma le tracce della storia d’amore che condivisero per tanti anni restano ancora nelle firme delle lettere ufficiali, che sigillavano coi nomi HenriDiane, e anche nel monogramma ufficiale di Enrico, in cui la H di Henry si intreccia a due C di Caterina poste in modo simile a quelle del logo Chanel, ma che in realtà fanno molto più pensare a due D di Diana. Dopo la morte del marito, Caterina lo fece modificare in modo che le due C fossero ben evidenti.

Diana morì, sembra, per aver ingerito troppo oro liquido, poiché al tempo veniva considerato un elisir di giovinezza.

Vanitas…

Continua nel prossimo articolo…

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