Essendo in periodo di Toussaint, cioè di Ognissanti e morti, oggi parleremo di… becchini.
Perché, se in Italia l’addetto delle pompe funebri che si occupa di tutti i vari aspetti delle esequie lo chiamiamo con goliardia ‘beccamorto’, cioè ‘quello che acchiappa i morti’ (e in tempi di peste nera era un’immagine non così fantasiosa come potremmo pensare) o anche ‘quello che li pungola con uno spillone per vedere se son davvero stecchiti’ (per non rischiare di seppellirne un vivo che poi si risveglia tumulato e al buio), in Francia l’equivalente di questa parola è croque-mort, che significa… ‘addenta-morto’.
Mi è stato riferito che l’origine di questo soprannome scherzoso è sempre il voler controllare che il morto sia ben morto. Solo che, al posto dello spillo, il metodo usato è quello del morso all’alluce!

La cosa pone di fronte a numerosi interrogativi, anche se dei buontemponi mi hanno suggerito che la passione gallica per il formaggio può aver influito sulla scelta dei croque-morts della cosa da addentare.
Io resto perplessa, ma anche meravigliata di come le lingue mi portino ogni giorno nuove sorprese e nuove cose da imparare.
