Maitresses illustri: la storia delle amanti dei re di Francia – parte 3

Eccoci arrivati al terzo e penultimo capitolo sulle amanti illustri dei re di Francia, un viaggio indiscreto nelle alcove dei sovrani fino alla Rivoluzione.

Siamo alla fine del regno di Enrico di Navarra l’ugonotto, colui che mise fine alle guerre di religione convertendosi al cattolicesimo, sposando la principessa Margot eccetera eccetera. Dalla seconda moglie, Maria de’ Medici (la seconda italiana a salir sul trono di Francia), ebbe diversi discendenti, tra i quali spicca il Delfino di Francia, Luigi, che sarebbe diventato re col nome di Luigi XIII, il Giusto. Se vi pare di conoscerlo un po’, non vi state sbagliando: compare infatti ne ‘I tre moschettieri’, romanzo in cui fa la figura dello scemo cornuto, poiché la moglie, Anna d’Austria, ha intessuto una liason con il Duca di Buckingham, al quale ha donato i famosi ‘puntali di diamanti’. Il re s’appoggia moralmente e politicamente al Gran Cardinale Richelieu, arcinemico – insieme alla sua accolita Milady – dei nostri amati eroi Athos, Porthos, Aramis e D’Artagnan.

La figura di Luigi XIII è un po’ controversa per quel che riguarda la sua relazione con le donne. Era un uomo pio e devoto e sembra aver aborrito le mollezze tipiche delle corti reali. Nondimeno la storia ha registrato due amanti che hanno diviso il talamo del re con la consorte Anna: Marie de Hautefort e Louise de LaFayette.

Marie de Hautefort

La figura di Marie è estremamente interessante: soprannominata ‘L’aurore’, ella fu dapprima fille d’honneur della regina madre. Bionda, educata, altera, quando era di cattivo umore sembra che fosse una vera e propria peste. Divenne dama di compagnia della regina Anna per volere del re, che cacciò dalla corte Madame de Fargis, la quale ricopriva quel ruolo ed era sospettata di agire come spia per conto degli spagnoli. Durante questo periodo tra i due sembra essere nato una sorta di idillio, di intimità, tanto che, nei momenti di malumore di Marie, il re la chiamava ‘La créature’. Alcuni storiografi dicono che la relazione tra il re e Marie fosse del tutto platonica, altri invece affermano che consumassero anche carnalmente il loro amore. Una cosa è certa: quale che fosse la natura della relazione tra il sovrano e la cortigiana, il re non aveva fatto i conti con un’eventualità che avrebbe potuto mettergli i bastoni tra le ruote, come effettivamente accadde.

Louis XIII in un dipinto di Champaigne conservato al Louvre

La regina Anna, infatti, che non nutriva gelosia alcuna nei confronti del consorte, e la giovane Marie divennero grandi amiche. Marie fu alleata e complice della sovrana, riuscendo ad evitarle dei guai seri quando una lettera di Anna destinata alla Spagna fu intercettata dal cardinale Richelieu: la giovane dama si travestì da uomo, penetrò nella Bastiglia dove era stato incarcerato il portalettere, riuscì a consegnargli una missiva della regina contenente la versione dei fatti che andava data alle autorità dell’interrogatorio e tutto l’intrigo fu salvo, il portalettere e la regina scagionati da ogni accusa. Ma il re, che aveva scoperto la lealtà totale di Marie alla moglie, decise di interrompere il rapporto romantico con la De Hautefort, passando ad un amoretto con Louise de LaFayette. La liason con quest’ultima durò fino a che la donna non decise di prendere i voti. Fu allora che il re tornò da Marie, per poi morire nel 1643.

Marie de Hautefort fu esiliata dalla corte: i tempi e la fortuna erano cambiati. Il giovane delfino, il futuro Luigi XIV, trascorse l’infanzia e la giovinezza sotto la reggenza di sua madre e del Cardinale Mazarin. Marie si sposò col duca e maresciallo di Francia Charles de Schomberg, col quale visse in estrema neutralità durante tutto il periodo della Fronda. Dopo dieci anni di matrimonio, il duca morì, lasciando Marie vedova a Parigi, dove prese a frequentare i salotti più esclusivi e dove ritornò nelle grazie della regina Anna, la quale ne lasciò un ricordo pieno di affetto nella lettera testamento destinata al figlio, Luigi XIV. Il Re Sole, dal canto suo, fu sempre affezionato a questa nobildonna che tanto aveva fatto per sua madre.

Il Re Sole in uno dei ritratti più famosi

Arriviamo quindi al grande, mitologico, leggendario, irripetibile Re Sole, il pazzo visionario che fece costruire Versailles, l’accentratore, l’uomo di guerra e di etichetta, il re che cambiò le sorti della Francia con la politica assolutistica e il lunghissimo regno. Il suo letto era una piazza parecchio trafficata. Andiamo dritti al punto e facciamo l’elenco delle dames di cui parleremo: la prima è Enrichetta Anna d’Inghilterra, poi c’è la Duchessa de la Vallière, seguta dalla Duchessa di Montespan. Viene poi la Duchessa de Fontanges che lascia il posto successivamente alla Marchesa di Maintenon. Menzione speciale alle due italiane, le sorelle Mancini, nipoti di Mazarino note come Les Mazarinettes, che incantarono il Re Sole.

Louise de la Vallière iniziò la sua carriera di nobildonna come damina di compagnia delle cugine del Re Sole (le figlie di Gaston, fratello di Luigi XIII) presso il castello di Blois. Affetta da zoppia sin da piccola, questo difetto non toglieva nemmeno un grammo di bellezza alla giovane, la quale aveva la pelle di straordinario candore, gli occhi cerulei e i capelli di un biondo chiarissimo. Da Blois passò poi alla corte di Fontainbleau, presso la cognata del re, Enrichetta Anna d’Inghilterra.

Louise de la Vallière

Costei, sebbene fosse sposata al Duca d’Orleans, fratello del sovrano, era l’amante del re. Sia la regina Maria Teresa che la regina madre Anna le intimarono di interrompere questa liason. Ma Enrichetta Anna, credendosi più furba di tutti, escogitò un piano secondo il quale il re avrebbe dovuto fingersi innamorato di una delle sue dame di compagnia, cosa che avrebbe dato minor scandalo di una relazione tra cognati, e invece passare il tempo con lei. Fatto sta che il re si innamorò per davvero della dama di compagnia prescelta come specchietto per le allodole! Louise, che allora aveva diciassette anni, stregò il re. Fu molto odiata a corte. Il ministro delle finanze, Fouquet, tentò di convincerla a rompere la relazione col sovrano a suon di danari, ma il tentativo di corruzione fu denunciato da Louise al re, il quale ordinò al moschettiere D’Artagnan l’arresto immediato del politico. Louise al tempo della liason fu alloggiata in un relais de chasse del re, al fine di evitarle noie con la regina madre e la regina stessa. Lei e il re ebbero almeno cinque figli insieme, gli ultimi due dei quali sopravvissero fino all’età adulta e furono riconosciuti dal sovrano. Caduta in disgrazia presso il re, che non l’amava più preferendole Madame de Montespan, la quale lo aizzava contro la sua ex-amante, si ritirò presso il convento delle carmelitane del faubourg Saint-Jacques, dopo aver chiesto il perdono della regina Maria Teresa.

Occupiamoci ora di Madame de Montespan, da molti soprannominata la VERA regina di Francia. L’influenza che esercitò sul re fu estremamente potente, durante la loro lunga relazione, iniziata nel 1667 e terminata con la sua caduta in disgrazia a causa dell’affaire des poisons, di cui trovate un esaustivo resoconto qui e qui.

Madame de Montespan

Nata nel 1640 nella famiglia antichissima e nobilissima de Rochechouart, entrò a corte dapprima come dama di compagnia della cognata-amante del re, e in un secondo momento della regina Maria Teresa. Sposò il Marchese di Montespan e incantò il suo entourage con bellezza e spirito arguto. Di fatto pare che la Montespan non sia diventata per caso amante del re. Era una posizione a cui lei ambiva profondamente e si adoperò in ogni modo per ottenere il titolo di favorita ufficiale, cosa che accadde durante un ballo avvenuto nel 1667. Il re l’adorava e lei si circondò di un’accolita di intellettuali e amici utilissimi per esercitare il suo potere a Versailles. Era anche una influencer di moda molto seguita, tanto che alcune delle tendenze da lei inaugurate continuarono ad imperversare ben dopo la sua caduta in disgrazia. Il sovrano l’amava così tanto che spesso se la portava appresso durante le campagne belliche, lasciando la regina Maria Teresa a Versailles da sola.

Ebbero sette figli, solo quattro dei quali riuscirono a diventare adulti. Quando scoppiò lo scandalo dei veleni il rapporto col re si avviò verso un declino irreversibile, fino a che nel 1691, quando già da tempo non era più la maîtresse-en-titre, si ritirò a vita religiosa e di penitenza. Morì a sessant’anni.

Angélique de Fontanges

Dopo aver amato la Montespan, il re si prese una passione per Angélique de Fontanges, nobildonna dalla chioma rossiccia e dalla pelle bianchissima che era a corte come dama di compagnia della cognata del sovrano, la principessa palatina Elisabetta Carlotta, seconda moglie del Duca di Orléans. Sebbene fosse un’incantevole fanciulla, il suo spirito e la sua arguzia non erano altrettanto affascinanti, e il re si stancò presto di lei, che morì, poveretta, dopo aver dato alla luce un figlio morto. Si sospettò che la Montespan l’avesse avvelenata per gelosia. Chissà… in ogni caso, morta la Duchessa de Fontanges, il re si consolò presto con un’altra, famosissima amante.

Si trattava di una certa Madame de Maintenon, nata Françoise d’Aubigné, che non fu propriamente sua maîtresse, bensì sposa morganatica. Entrò a corte da giovane vedova di un noto intellettuale e poeta del tempo, Paul Scarron. Il primo marito le aveva dato la possibilità di frequentare le persone più colte ed interessanti di Parigi, cosa che le permise di affinarsi culturalmente e di elevare le proprie maniere. Aveva un tocco magico coi bambini, amava moltissimo occuparsene e forse per questa sua dote naturale con gli infanti entrò a corte come governante dei figli che Madame de Montespan partoriva nel tempo e che erano frutto della sua relazione col Re Sole.

Madame de Maintenon e due principini

Fu proprio la sua capacità coi bambini che la fece brillare agli occhi del sovrano. I principini adoravano Françoise, la consideravano la loro vera madre, a differenza di Madame de Montespan, che invece era fredda e distaccata. Addirittura accadde che uno dei figli del re e della Montespan, affetto da zoppia, riuscisse a guarire e a camminare da solo dopo una lunga cura termale per la quale Françoise aveva lungamente insistito e a cui la Montespan si era opposta. Quale vittoria morale fu per la vedova Scarron ritornare a corte accompagnata dal principino che camminava da solo senza bisogno d’aiuto!

Gli anni passarono, Fransoise intanto era diventata Marchesa di Maintenon e aveva acquistato un gran domaine con un castello. Lo scandalo dei veleni si era abbattuto sulla Montespan, la regina Maria Teresa era morta. Al re non restò che sposare morganaticamente Françoise de Maintenon, madre adottiva amatissima di tutti i principini e le principessine avute dal re al di fuori del matrimonio con la regina. Fu così che in una cerimonia privata tenutasi nell’ottobre del 1693 convolarono a nozze. Sembra che Madame de Maintenon sia stata l’ultima donna con cui il re sia più andato a letto. Con lei a Versailles giunse un periodo di maggior rigore e morigeratezza, durante il quale riuscì ad influenzare il re nella sua politica con la Spagna. I due non ebbero figli, ma va anche detto che al momento del matrimonio morganatico in re aveva 45 anni e la Maintenon 48, per cui il tempo di procreare era passato da tempo per entrambi.

Come già accennato, tra i vari amoretti passeggeri di Luigi XIV si annoverano anche due delle cinque sorelle Mancini, nipoti del Mazarino, Maria e Olimpia. Quest’ultima sembra esser stata colei che suggerì a Enrichetta Maria di usare Louise de La Vallière come paravento per la sua storia d’amore col re. Inoltre fu invischiata nello scandalo dei veleni…

Insomma, al tempo si conducevano vite ricche di intrighi a corte. I costumi erano parecchio dissoluti e, va da sé, le malattie sessualmente trasmissibili affliggevano le reali alcove ben più di quanto si sia detto. Se siete curiosi e volete dar sfogo a quel gusto dell’orrido che si cela in ognuno di noi, cercate notizie sullo stato di salute di Luigi XIV… da far venire i brividi!

Continua nel prossimo articolo, l’ultimo della serie sulle maitresses royales.

L’affaire dei veleni: scandalo nella Francia del XVII secolo – parte seconda

Quando la Marchesa dei veleni fu giustiziata a Parigi, il 17 luglio 1676, l’attenzione degli inquirenti si volse ad altre morti sospette avvenute negli anni precedenti: la rete di avvelenatori poteva essere più grande di quanto si fosse sospettato in un primo momento, la “polvere della successione” poteva aver mietuto vittime a iosa.

Un certo Perrin, avvocatucolo di scarso successo, invitato ad una cena ben innaffiata di buon vino, udì tale Marie Bosse, conosciuta per le sue doti d’indovina, vantarsi poco prudentemente del successo della sua professione segreta, quella di avvelenatrice. Perrin, che conosceva Desgrez, uno dei poliziotti incaricati di investigare sulla rete di avvelenatori, riferì subito quanto appreso. Gli inquirenti scoprirono che la Bosse aveva fornito veleni alle mogli di numerosi parlamentari. Arrestata, Marie Bosse, in un estremo tentativo di difesa, indicò come vera responsabile una certa La Voisin.

La Voisin

Costei è passata alla storia con questo pseudonimo, ma in realtà si chiamava Catherine Deshayes, vedova di un certo Montvoisin o Monvoisin, gioielliere finito in bancarotta. Per sostentare la famiglia, aveva iniziato a lavorare come chiaroveggente, cartomante, chiromante e maga. Vendeva amuleti misteriosi, aiutava le donne ad abortire, dispensava polveri afrodisiache, organizzava messe nere. Fu arrestata il 12 Marzo 1679. Dalle sue confessioni si risalì a nomi illustri, personaggi in vista come le nipoti del Mazarino e Madame de Montespan, la favorita di re Luigi XIV, la quale aveva partecipato alle messe nere della La Voisin officiate tra gli altri anche dal noto prete scomunicato e occultista Étienne Guibourg.

Egli era un prete immorale che aveva mantenuto per lungo tempo un’amante con la quale aveva generato diversi figli e che si era poi dato all’occultismo e alle magie nere. Il suo nome è legato all’alchimia, alla chimica e alle messe blasfeme officiate in nome del diavolo, con spargimento di sangue innocente (bambini appena nati o nati prematuri) e altri elementi maligni. Codesti rituali oscuri e orribili, codeste blasfemie violente erano realizzate dalla Montespan con l’intento di diventare amante del re, al quale effettivamente diede ben sei figli, essendogli legata per lungo tempo. Successivamente la nobildonna aveva tramato, sempre con La Voisin, per uccidere il re: il sovrano infatti aveva cambiato favorita e messo in un angolo la Montespan. Purtroppo per le due congiurate, l’avvelenamento reale era fallito per una serie di circostanze fortuite: il foglio su cui era stata vergata una petizione da sottoporre al re, intriso di veleno, non gli era arrivato nelle mani poiché il giorno prescelto per l’assassinio la folla presente all’udienza ed il numero di petizioni presentate a sua maestà erano notevoli. Il sovrano non ebbe il tempo di occuparsi della finta petizione, e quindi la congiura fallì. L’arma del delitto fu poi bruciata dalla figlia della La Voisin.

Madame de Montespan, la favorita del Re Sole

Lo scandalo dei veleni in ogni caso si era rivelato così esteso e così complesso che fu istituito un tribunale speciale chiamato “Camera Ardente”. In tre anni di attività questa corte speciale emanò ben trentasei condanne a morte, trentadue ergastoli e trentaquattro bandi di esilio. In tutto questo bailamme, la Montespan restò immune e non venne mai sottoposta a processo: il re, sebbene non più innamorato, la preservò dal giudizio della Camera Ardente e, anni dopo la conclusione del fatto, ordinò la distruzione di tutti gli atti processuali. Gli incartamenti furono distrutti, ma tracce ne restarono un po’ ovunque, tanto che gli storici sono riusciti a ricostruire la vicenda con accuratezza.

Finisce qui la narrazione o piuttosto il riassunto di un capitolo assai misterioso della storia di Francia. Molti sono gli enigmi irrisolti, i misteri e le bizzarrie che si celano tra le pieghe del tempo. Non resta che tentare di sbrogliare queste matasse avviluppate di nebbia e leggenda!